Apocalittici o integrati in cucina oggi? Entrambe le cose

Convegno Apocalittici e Integrati

Pieno di pubblico alla Chiesa dei Servi nel convegno di apertura della Festa Artusiana alla presenza dei massimi studiosi della cucina italiana. Ricordato il ventennale della scomparsa di Piero Camporesi.

Apocalittici o integrati in cucina oggi? Entrambe le cose. Chi si aspettava un j’accuse contro l’attuale sistema mediatico dei fornelli ha dovuto fare i conti con una riflessione molto più complessa e articolata, bene riassunta dallo storico Massimo Montanari nelle conclusioni di giornata: “di cucina si è sempre parlato lungo i secoli. L’Iliade e l’Odissea sono piene di banchetti. Oggi pare che se ne parli di più perché sono cambiati i mezzi di comunicazione: un tempo era affare per pochi, oggi per tanti, e forse troppi”.

Ad aprire il convegno alla Festa Artusiana in una Chiesa dei Servi da tutto esaurito, malgrado l’alta temperatura, il sindaco Mauro Grandini e l’Assessore all’Agricoltura Simona Caselli. “La cucina così come il cibo sono un atto agricolo non dobbiamo mai dimenticarlo soprattutto in questi giorni di emergenza causata dalla siccità”, ha detto l’assessore.

Poi la parola agli studiosi, con ouverture di Elide Casali. “Sin dagli anni ’70, Camporesi è sempre stato annoverato tra gli apocalittici per la sua sferzante critica sullo sradicamento delle tradizioni a tavola nella società dei consumi imperanti. Molta della sua riflessione ha anticipato tematiche che puntualmente vediamo nei nostri giorni”.

Chi senza dubbio ha utilizzato toni apocalittici sull’oggi è stato lo studioso Piero Meldini. La sua riflessione è partita dalla storia degli ultimi anni. Dopo avere ironizzato sulla cucina degli anni ’70 farcita di “tortellini pasticciati, paglie e fieno, funghi in ogni dove”, ha definito la cucina anni 80-90 da “ristorazione ibrida: bar che cucinano primi, pizzerie che fanno ristorazione, ristoranti con menù più grandi di un elenco telefonico. Risultato: un grande happy hour che assomiglia più alla mensa della Caritas”. Duro il giudizio sull’oggi. “In questo ultimo decennio siamo di fronte a una cucina sussiegosa, pervasiva, autocelebrativa, piena di parole e immagini che inondano televisione, internet e social media”. Poi due esempi “Masterchef format televisivo globale è l’integrazione per eccellenza. L’attuale moda vegetariana e vegana è apocalittica nei modi come si manifesta”.

Ha guardato all’opera dell’Artusi, lo storico Alberto Capatti: “Non è un caso che la riscoperta del suo manuale arrivi negli anni ’70 grazie a Piero Camporesi: sono gli anni dell’austerity, quelli nei quali c’è la ricerca di una forte tradizione a cui fare riferimento. Questo dà l’idea dell’attualità di questo libro ancora oggi punto di riferimento per la storia della cucina italiana”.

A chiudere Giuseppe Lo Russo, “apocalittico giudizioso”, secondo la sua definizione. “L’attuale società vive in una bolla di infinito presente che alla parola ha sostituito l’immagine. In questo contesto c’è il cuoco che si allontana dal compito essenziale del ‘fare da mangiare’ per mettere al centro il suo ego. Tant’è che oggi i cuochi apocalittici si contano sulle dita di una mano”.

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